Sappiamo quanto sale mangiamo?
Sicuramente tutti pensiamo di conoscere la quantità di sale che consumiamo quotidianamente e siamo convinti che sia poco. Ma poco quanto?
Si stima che ogni italiano consumi, mediamente, al giorno, dagli 8 ai 12 grammi di sale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha recentemente rivisto la quantità di sale raccomandata quotidianamente consigliando al massimo un consumo di 5 grammi/die (pari ad un cucchiaino da caffè!). Ciò significa ridurre del 23% il pericolo di avere un ictus e del 17% il pericolo di sviluppare una patologia cardiaca. Non è facile capire quanto sale si consumi realmente, ma è importante scoprirlo perché ha effetti negativi sulla salute, portando allo sviluppo di patologie quali ipertensione arteriosa, problemi cardiovascolari, ictus. Inoltre, bisogna porre una grande attenzione nei confronti dei bambini: esiste una relazione tra precoce esposizione al sale, sin dai primi anni di vita, e rischio di obesità e ipertensione nelle età successive. Da questo nasce la necessità di aumentare l’informazione. Secondo quanto riportato dall’ Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), le maggiori fonti di sale nella nostra dieta, ovvero circa il 54%, sono rappresentate dai cibi conservati, lavorati e dai cibi provenienti dalla ristorazione. Ma il sale si trova anche in moltissimi alimenti e prodotti che consumiamo quotidianamente…pensiamo agli alimenti e alle bevande in cui è naturalmente presente il 10% del sale che ingeriamo mentre il 36% viene aggiunto durante le preparazioni casalinghe dei pasti.
Si stima che il sale sia assunto soprattutto attraverso il consumo di pane e prodotti da forno: ogni giorno ne mangiamo, infatti, in grandi quantità; tuttavia non è trascurabile anche quello assunto attraverso salumi e formaggi.
A questo punto, per preservare la salute, conviene iniziare a ridurre progressivamente l’utilizzo di sale in cucina e a non mettere in tavola il salino, preferire l’utilizzo di spezie ed erbe aromatiche piuttosto che dadi, insaporitori o salse che contengono sodio. Prediligere anche prodotti poco lavorati, evitando quelli trasformati come snack salati, patatine, insaccati e cibi in scatola.
Per salvaguardare i nostri bambini, non aggiungiamo sale nelle loro pappe, soprattutto durante il primo anno di vita.
Inoltre, come ripeto spesso, occorre imparare a leggere le etichette nutrizionali, per capire dove si nasconda il sale, che, ricordo, compare nelle etichette come cloruro di sodio e glutammato.
In questo caso bisogna proprio dire che la prevenzione, insieme ad una corretta informazione, rimane sempre la nostra migliore arma per evitare danni e malattie al nostro organismo!
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