Cibo ed emozione: mangiamo per…?
Il cibo è un mezzo molto potente di comunicazione, e non è solo nutrimento. Spesso i pasti rappresentano un momento cruciale nella nostra giornata. Il cibo è anche socialità, festa, rito… non si può rimanere indifferenti o distaccati completamente dal cibo. Il legame tra alimentazione ed emozioni è infatti ormai assodato, soprattutto in relazione a sentimenti quali ansia, depressione, noia, solitudine, rabbia, stress. Dal cibo, e non solo, dipende anche la nostra salute: queste emozioni influiscono sulle nostre scelte alimentari. Spesso la sensazione di vuoto, di mancanza di qualcosa, generata dall’assenza di esperienze che ci gratificano o ci rendono felici, porta a tentare di colmare il vuoto con il cibo, che diventa la sensazione piacevole che non siamo riusciti a procurarci durante la giornata. Mangiare è una cosa facile da fare e spesso disponibile, quindi si raggiunge l’appagamento. E’ frequente e tipico il legame anche tra ansia e cibo, soprattutto in relazione a preoccupazioni che possono riguardare eventi futuri: cerchiamo di alleviare l’ansia attraverso il cibo. È fondamentale pertanto identificare la causa dello stato ansioso per cercare di combatterlo in altro modo. Un’altra emozione sovente associata all’emotional eating è la noia. Attraverso il cibo interrompiamo la noia e o un’attività noiosa. In questi casi è utile vincere la noia preoccupandosi di organizzare attività diverse o stimolanti, che distraggano l’attenzione dal cibo. Molto utile anche la registrazione del consumo alimentare attraverso un diario. Si mangia anche per rabbia: risentimento, gelosia, indignazione, frustrazione…si mangia per scaricarsi e per sfogarsi. Il cibo in questo caso ci aiuta a sopportare la rabbia repressa. Talvolta mangiamo in modo esagerato anche per esprimere la rabbia. Bisogna dunque imparare a gestire la rabbia, attraverso varie tecniche che possono venirci consigliate da esperti. Quando ci riconosciamo in una di queste situazioni (o in altre non qui indicate) dobbiamo imparare a distinguere tra fame e voglia di cibo, comprendere le nostre emozioni in quel momento e cercare di prendere una posizione di distacco. Per fare ciò è sempre bene rivolgersi a professionisti del settore. Qualche piccolo consiglio utile, però, lo voglio lasciare: interpretiamo l’appetito e la fame, cerchiamo di rispondere in modo sano, positivo; evitiamo diete troppo restrittive; non arriviamo troppo affamati ai pasti; cerchiamo di capire quando siamo sazi (dopo aver masticato bene e a lungo, ascoltando anche il nostro stomaco); gratifichiamoci ogni tanto, non pensando che ci sono cibi che non possiamo in assoluto mangiare; non guardiamo il cibo solo come un nemico. E poi, se necessario, rivolgiamoci a persone qualificate per ritrovare un corretto ‘equilibrio alimentare’ e non lasciarci travolgere dall’emotional eating.
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