Superfood o supercibi: davvero super?
Il termine supercibo piace molto, è di gran moda, ma cosa si nasconde dietro a questo termine? Nell’Unione Europea non può essere utilizzato liberamente, così come accade negli Stati Uniti, per esempio, ma affinchè possa essere riportato su una confezione devono essere presenti evidenze scientifiche inconfutabili. Comunque un supercibo dovrebbe essere un alimento con proprietà nutrizionali e/o contenuto di sostanze (spesso e volentieri sono antiossidanti) benefiche per la salute superiore a quelli appartenenti alla sua categoria. In realtà, però, tutto ciò deve essere dimostrato da dati scientifici molto rilevanti e, come ci insegna la scienza, non sempre è tutto bianco o nero. E’ davvero importante esaminare i dati scientifici esistenti e poi fare una valutazione obiettiva prima di parlare degli ipotetici superpoteri di un cibo. Esaminando un pochino alcuni dati di letteratura riguardanti i supercibi più famosi (bacche di Goji, semi di chia, curcuma, zenzero, broccoli, barbabietola…), possiamo dire che non ci sono alimenti davvero ‘terapeutici’ e che nessuno soprattutto ha una capacità di ridurre il rischio di sviluppare alcuni tipi di malattie tumorali. Possiamo invece dire che, se consumati in una dieta varia, bilanciata e che segue la stagionalità, essi potrebbero contribuire in maniera incisiva al nostro benessere, ma non di certo curare alcune patologie. Evidenze scientifiche abbastanza importanti sono però presenti per esempio per la curcuma, che contribuisce a contrastare l’insulino-resistenza ed è un buon antinfiammatorio, non consumata tal quale, ma sottoforma di integratore che permetta di aumentarne la biodisponibilità. Ricordiamo, infatti, che la confusione che spesso si crea attorno alle proprietà nutrizionali di un cibo è legata alla difficoltà di esaminare gli studi scientifici che spesso vengono svolti con estratti dell’alimento, oppure su campioni esigui di popolazione oppure per breve tempo…insomma in modo diverso da quanto accadrebbe nella realtà. Detto ciò, il consiglio è di consumare liberamente alcuni cibi ‘particolari’, dando importanza alla coltivazione o alla produzione piuttosto che alle supposte proprietà, scegliendo quello che preferiamo e che è di nostro gusto, per mantenerci in salute, con una particolare attenzione a non lasciarsi troppo coinvolgere da quelle che sono semplici strategie di marketing.
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